DISORDINI TEMPORO MANDIBOLARI

“La passione per questa materia mi è stata infusa dalla Prof.ssa Marzia Segù. Successivamente ho continuato ad occuparmene grazie all’attuale collaborazione con il massimo esperto internazionale su questo argomento, il Prof. Daniele Manfredini (al primo posto nel ranking mondiale degli esperti in materia, grazie alla valutazione scientifica dell’agenzia di Expertscape).  Nel suo studio di Marina di Carrara, ho la possibilità di trattare diversi pazienti provenienti da diversi Paesi europei e non che presentano queste situazioni aumentando in maniera esponenziale la mia esperienza nel campo”.

Niki Arveda

disordini temporomandibolari (TMD) sono patologie che colpiscono l’articolazione temporomandibolare (ATM) ed i muscoli masticatori. Essi costituiscono la principale causa di dolore orofacciale di natura non-odontogena (cioè, non causato dai denti).
I pazienti con TMD lamentano spesso rumori all’articolazione della mandibola e dolore ai muscoli della faccia e/o nella zona al davanti o vicino all’orecchio. Talvolta, può essere difficile persino aprire correttamente la bocca senza sforzo o senza dolore.

L’iter diagnostico e terapeutico per i TMD è spesso fonte di frustrazione sia per il paziente che per il curante neofita. Infatti, la fusione di competenze multidisciplinari è un requisito fondamentale per un approccio a tali patologie basato su evidenze cliniche scientifiche.

Oggi, ci sono pochi dubbi sul fatto che i disordini temporomandibolari siano una patologia “artrosica” da sovraccarico. Il bruxismo nella forma di serramento dei muscoli masticatori e la tensione emotiva ne costituiscono i principali fattori causali. Conseguentemente, essi rappresentano l’obiettivo primario per una corretta gestione del paziente. Al contrario, il ruolo dell’occlusione dentale è stato completamente sminuito. Quindi, tutte le terapie ortodontiche, protesiche, e di finalizzazione occlusale sono state ampiamente giudicate inidonee dalla letteratura di alto livello. Oggi la gestione di tali disordini dovrebbe percorrere un trattamento il più conservativo e reversibile possibile.

CLICK ARTICOLARE, DOLORE MUSCOLARE, MAL DI TESTA e ….BITE

La causa più frequente di queste situazioni è legata all’articolazione temporo-mandibolare. La mandibola, dove sono posti i denti inferiori, termina verso l’alto nella zona vicino all’orecchio con una protuberanza chiamata “condilo”. Durante tutti movimenti della mandibola quindi tutte le volte che muoviamo la bocca, il condilo si muove all’interno di una fossetta ossea posta davanti all’orecchio. L’organo costituito dal condilo, dalla fossetta e dal menisco interposto tra di essi costituisce l’articolazione temporo-mandibolare (ATM).

In diverse zone di questa articolazione e della mandibola si agganciano molti muscoli tra cui i muscoli masticatori più potenti che collegano le ossa della testa e del viso con la mandibola.
Spesso le persone “scaricano” le loro ansie serrando e digrignando i denti durante il riposo notturno e talvolta anche durante le attività diurne. Questa continua sollecitazione può portare ad uno spostamento del menisco che sfrega contro il condilo ed ecco comparire il “click”. Se questo sovraccarico continua per diversi giorni o addirittura mesi spesso il paziente inizia a riferire indolenzimento o dolore ai muscoli del viso, delle guance, della testa e del collo.

Oggi le soluzioni esistono.
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Il risveglio al mattino può essere accompagnato da una sensazione di rigidità della mandibola. Tutto ciò è assolutamente plausibile se si pensa che per diverse ore durante il sonno i nostri muscoli e la nostra articolazione hanno continuato a lavorare.

Attenzione non stiamo parlando di una malattia, ma di una situazione legata allo stress, ed il funzionamento dell’ATM non ha nulla a che fare con la posizione dei denti o determinate posture del capo o del corpo. Pertanto ogni trattamento in tal senso è assolutamente sconsigliato.

La soluzione scelta dagli esperti, in questi casi, è quella del BITE, cioè di una specie di placchetta che si inserisce sui denti durante la notte e che serve a riequilibrare le tensioni sull’articolazione in modo da ottenere un effetto rilassante sui muscoli riducendo nell’arco di un breve periodo i rumori ed i fastidi.

Talvolta, all’uso del bite, si associano semplici esercizi di fisioterapia o nei periodi di dolore acuto anche terapia farmacologiche quali trattamenti antiinfiammatori per via orale e/o infiltrazioni intra-articolari.