DISTURBI DEL SONNO

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS, acronimo di “Obstructive Sleep Apnea Sindrome”) è considerata la seconda più importante patologia respiratoria dopo l’asma, per indici di prevalenza nella popolazione generale che si aggira intorno all’1-4% con picchi del 5% se si considerare la popolazione infantile.

L’OSAS costituisce un disturbo del sonno caratterizzato da episodi di totale o parziale ostruzione delle prime vie aeree durante il riposo notturno e vengono generate da un’ipotonia muscolare delle pareti della faringe. Grazie a riflessi originati dalle strutture del collo queste apnee hanno termine con un “arousal” ovvero un microrisveglio che ripristina il tono muscolare della veglia con attivazione dei muscoli dilatatori dell’orofaringe e con conseguente restaurazione della pervietà delle vie aeree.

Al risveglio il paziente non si sente riposato, tende facilmente ad addormentarsi durante le normali funzioni diurne e può sentirsi confuso e disorientato.

Essendo associate ad un calo della percentuale di ossigeno nel sangue tutto questo comporta diverse complicanze a breve e lungo termine anche d’importante gravità quali infarto, ictus, ipertensione anteriosa e diabete oltre che aver ripercussioni sull’attenzione alla guida e sull’umore.

I principali fattori di rischio per l’OSAS nell’adulto sono: obesità, predisposizione genetica, sesso maschile, età avanzata e le cause sono molto spesso riconducibili ad una o più ostruzioni concomitanti delle vie aeree superiori a diversi livelli. La terapia dell’OSAS puo’ prevedere:

  • Correzione chirurgica
  • Uso della CPAP (Continuos Positive Airway Pressure) ovvero una mascherina in grado di fornire ossigeno
  • Dispositivi Intraorali notturni detti MAD (Mandibular Advencing Devices)

Oggi le soluzioni esistono.
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La terapia con MAD previene il russamento e l’apnea ostruttiva agendo direttamente sul meccanismo che li produce: spingono la mandibola in avanti durante la notte. Questo spostamento trascina avanti anche la lingua, l’epiglottide e il velo del palato (l’ugula), e mantiene così aperte le vie aeree.

L’efficacia degli apparecchi dentali dipende da diversi fattori: la gravità del disturbo del sonno, il peso corporeo, la conformazione dello scheletro facciale, l’anatomia delle vie aeree e la personale tolleranza di ogni paziente all’apparecchio e l’uso degli apparecchi dentali è semplice, non invasivo e reversibile.