Per malocclusione di terza classe s’intende una particolare tipologia facciale nella quale si ha avuto una crescita in eccesso della mandibola (parte inferiore) alla quale spesso si accompagna una crescita in difetto della mascella superiore. Osservando i pazienti che presentano questo tipo di malocclusione si nota l’importante prominenza del mento in particolar modo se osservati di profilo mentre la parte centrale viso (zigomo-labbro superiore) appare appiattita.
Quando si parla di terza classe scheletrica spesso molti professionisti rabbrividiscono in quanto è considerata una vera e propria “bestia nera” dell’ortodonzia.
Questo per una ragione fondamentale: la crescita della mandibola è fortemente legata alla genetica del paziente e la sua dimensione è poco modificabile soprattutto se in presenza di una crescita in eccesso. Tutto ciò indica che se siamo in presenza di un genitore o di un nonno con questo tipo di malocclusione, spesso viene trasmessa ai figli o ai nipoti e indipendentemente dalle tecniche ortodontiche adottate “frenare” la crescita della mandibola è praticamente impossibile. Ad ogni modo più precoce è l’intervento ortodontico più probabilità esistono di correggere o per lo meno ridurre l’entità della discrepanza.
Spesso, quindi il trattamento ideale di questo tipo di malocclusioni scheletriche è un trattamento “ortodontico-chirurgico” dove la terapia ortodontica viene accompagnata da un intervento eseguito dal chirurgo maxillo-facciale che corregge la discrepanza scheletrica.
Talvolta però, grazie a particolari tecniche ortodontiche, si possono effettuare dei cosidetti “comouflage” ovvero dei trattamenti esclusivamente ortodontici tramite i quali la malocclusione scheletrica viene mascherata dal solo spostamento dentale in modo da ottenere allo stesso tempo un buon risultato estetico sia a livello dell’occlusione che del viso del paziente.
La buona riuscita di questo tipo di trattamenti e la qualità del risultato ottenuto dipendono da tante variabili. Tra queste un fattore sicuramente di primaria importanza risiede nell’esperienza dello specialista in ortodonzia nel saper riconoscere il paziente ideale sul quale attuare questo tipo di terapie e nella sua abilità nel mettere in atta meccaniche di trattamento spesso complesse.
In questo video si mostra un trattamento ortodontico mirato al “camouflage” di una paziente adulta che presenta una terza classe iperdivergente.