CAPILLARI – TELEANGECTASIE
I capillari dilatati sono i disturbi più frequenti delle gambe femminili, colpiscono circa il 50% delle donne ed il 10% degli uomini.
Tuttavia non devono essere considerati un semplice inestetismo ed essere quindi sottovalutati: possono infatti essere il segno di un’alterazione della circolazione sanguigna degli arti inferiori quale un’insufficienza venosa in stadio iniziale e quindi una malattia da curare.
CAUSE: Il microcircolo capillare presente sulla cute delle gambe è connesso all’insieme delle vene e delle arterie che scorrono all’interno.
Speciali valvole poste lungo le vene obbligano il sangue a scorrere dal basso verso il cuore, in direzione contraria rispetto alla forza di gravità, impedendone la ricaduta verso il basso. Se questo meccanismo non funziona come dovrebbe, il sangue tende a ristagnare negli arti inferiori. La prima conseguenza è l’ingrossamento dei capillari, che diventano visibili formando una ragnatela di venuzze visibili sulla pelle: le teleangectasie.
Nella maggior parte dei casi alla base della debolezza della parete dei capillari e dell’insufficienza venosa c’è una predisposizione genetica. Ma squilibri ormonali, gravidanza, sedentarietà, sovrappeso, stipsi, caldo ed esposizione al sole possono aggravare la situazione. L’assunzione della pillola anticoncezionale, menopausa e gravidanza sono condizioni che possono favorire, se non addirittura determinare, la comparsa di teleangectasie dovuta a squilibri ormonali.
Le donne, infatti, risultano più colpite degli uomini e ciò è dovuto all’importanza dell’influenza ormonale nello sviluppo dei capillari delle gambe: la gravidanza è forse la condizione fisiologica più frequente in cui si formano i capillari. In questi casi i capillari generalmente si localizzano sulla superficie delle cosce. Il ristagno del sangue ha importanti conseguenze anche a livello delle cellule circostanti, che non ricevono l’ossigeno necessario alla loro sopravvivenza. Ciò causa, inoltre, la fuoriuscita di proteine dal microcircolo, con conseguente richiamo di fluidi, dando luogo alla tanto temuta ritenzione idrica, gonfiore e pesantezza alle gambe. Da ciò si deduce l’importanza di un’azione preventiva che protegga il sistema circolatorio venoso, impedendo che avvenga il danneggiamento che produrrà in seguito la comparsa delle teleangectasie.
SCLEROTERAPIA TRADIZIONALE O CON MOUSSE: La scleroterapia è una tecnica che comporta la chiusura di un tratto venoso sede di varice oppure di un gruppo di capillari (teleangectasie) mediante l’iniezione nei vasi stessi, in punti ben determinati, di una soluzione sclerosante che causa istantaneamente una reazione infiammatoria locale (flebite chimica); questa reazione provoca in seguito la trombizzazione ed il successivo riassorbimento del tratto varicoso oppure la cancellazione dei capillari.
Le tradizionali sostanze scleroterapiche che oggi vengono trasformate in schiuma (SCLEROMOUSSE), hanno alcuni vantaggi rispetto all’utilizzo delle soluzioni liquide: innanzitutto di poter trattare zone più ampie nell’ambito della stessa seduta, maggior tempo di azione del prodotto scleroterapico sulla parete del vaso, possibilità di trattare più efficacemente vene varicose di maggior calibro.
La procedura è praticamente indolore. La scleroterapia è eseguita in stretto regime ambulatoriale e non necessità di alcun tipo di anestesia. Nell’immediato vengono applicati dei piccoli cerottini ed una calza a compressione graduata che la paziente dovrà portare nelle settimane successive al trattamento.
Il numero delle sedute scleroterapiche dipende, ovviamente, dal quadro clinico e dall’estensione della zona da sottoporre a terapia. La media delle sedute è tre-quattro per gamba. La cadenza delle sedute è mensile.
La scleroterapia viene eseguita di solito nel periodo invernale.